Su una strada poco fuori il paese, trovo questi due omoni appena scesi da una Panda 4x4, vecchio tipo, rustica ma ben tenuta. Sono padre e figlio, sui sessanta uno, trenta-trentacinque l’altro. Trafficano per aprire il cancello di un terreno. Fa freddo e loro hanno da fare. Li convinco a fatica a farsi una foto. Non si parte bene.
Questa volta poi ho avuto la bella idea di portarmi il treppiede. Stabilità e studio dell’inquadratura a parte, mi ha convinto ad incollarmelo non so quale grande maestro della fotografia: dice che il tempo passato a sistemarlo favorisce un clima di concentrazione e di familiarità coi soggetti della foto. Mi succede tutto incontrario: come mi vedono mezzo imbranato che mi impiccio con quel maledetto attrezzo sul benedetto terreno in salita, a quelli viene subito la fregola di andarsene “chiamaci quando sei pronto, intanto andiamo”.
Faccio subito qualche scatto e attacco bottone sulla Panda 4x4. Quelli rispondo a monosillabi ma intanto rimangono. Comunque non procede bene.
Quando poi gli dico “guardate la macchina”, indicando l’obiettivo dell’Hasselblad, quelli capiscono di guardare la Panda verso cui girano le loro espressioni cupe. Mi scuso. Gli spiego il qui pro quo e finalmente si rasserenano.
Ora guardano in macchina e gli scappa pure da ridere, ed è questo quello che spero di aver fotografato.